Piena proprietà su appartamento in Roma, Via Franco Sacchetti 131, edificio C, int. 20, piano 4-5, sviluppato su due livelli collegati mediante scala interna, così composto: al IV piano (quinto catastale) vi è un soggiorno, una cucina, due camere, un servizio igienico, una veranda, ripostiglio e disimpegno; al sovrastante piano V (sesto catastale), verandato, vi sono due camere, un servizio igienico ed una zona lavanderia con doccia, terrazza scoperta a livello ad uso esclusivo. L’appartamento è identificato al Catasto fabbricati del Comune di Roma al Foglio 273 Particella 1882 Sub 22, Zc. 4, piano quinto e sesto, categoria A/2, classe 3, vani 7,5, rendita catastale € 1.820,51, superficie catastale totale 162 mq (escluse aree scoperte 153 mq). Confina al quarto piano con pianerottolo condominiale, vano sala, unità contigua (int.19), distacco su spazi comuni; al piano quinto con unità contigua (int. 19) e distacco su spazi comuni, salvo altri. I confini rilevabili dall’ultima planimetria catastale in atti risultano essere: vano scala, appartamento int. 19, distacco verso fabbricato B. L’esperto stimatore ha evidenziato che sussistono alcune difformità tra la planimetria catastale dell’immobile presentata il 02/01/1995 e lo stato dei luoghi risultante dal rilievo effettuato in sede di sopralluogo, in quanto, al piano quarto (quinto catastale) vi è un diverso posizionamento del vano porta del servizio igienico nonché l’assenza di un’apertura finestrata contigua al varco d’accesso al balcone verandato, di contro riscontrabile sui luoghi, mentre al piano quinto (sesto catastale) si sono riscontrate difformità nelle partizioni interne, oltre alla presenza di un camino (interno) e di un barbecue (esterno), entrambi non riportati nella planimetria catastale. L’immobile presenta uno stato di conservazione e manutenzione normale per quanto concerne il piano quarto, mentre al piano quinto lo stesso appare condizionato dalla originaria vocazione della consistenza (soffitta/lavatoio con zone verandate, oggetto di successive domande in sanatoria). Lo stabile in cui insiste il bene è parte di un più ampio compendio edilizio con servizio di portierato ed ampie aree interne in parte a verde, con accesso comune dai civici 125- 135 di Via Franco Sacchetti. Il fabbricato di cui l’immobile fa parte è stato costruito in virtù di licenza edilizia n. 18 del 07/01/1972, rilasciata per la costruzione dell’edificio C in località Montesacro, alla Soc. … omissis …” come da progetto n. 15733/1971. Il fabbricato è, altresì, dotato di certificato di abitabilità n. 599 del 30/12/1975. Venivano presentate due domande di sanatoria, la prima con prot. n. 86/85816 registrata il 24/03/1986, alla quale faceva seguito il rilascio della concessione in sanatoria n. 21902 del 27/02/1997 e la seconda con prot. n. 0/6676 registrata il 18/01/1995, con rilascio di concessione in sanatoria n. 64450 del 27/10/1997. L’esperto stimatore evidenzia che, in ragione dell’assenza nel fascicolo di progetto, dell’elaborato di cui all’ultima configurazione assentita, per il bene in esame non si possiedono definitivi ed univoci elementi di valutazione che consentano di definire lo status edilizio del bene, pur risultando le domande in sanatoria summenzionate, congruenti con quanto riscontrato sui luoghi. Sull’immobile risulta trascritta domanda giudiziale per azione revocatoria, alla quale ha fatto seguito sentenza di accoglimento della domanda, promossa da creditore intervenuto nella presente procedura esecutiva. Di tale domanda non potrà essere ordinata la cancellazione, da parte del Giudice dell’Esecuzione, con il decreto di trasferimento emesso a seguito di aggiudicazione del bene. Stato di occupazione: l’immobile risulta occupato dall’esecutata e dal figlio, che vi abitano. Non potrà essere disposto il rilascio prima del decreto di trasferimento. Il tutto come meglio descritto nell’elaborato peritale depositato in atti a firma dell’Arch. Eufemia Trezza, del 29/10/2019.